È Emilio Guazzone il disegnatore più bugiardo d’Italia. Liviu Stanila primeggia tra glii

internazionali Massimo Caviglia di Pistoia si aggiudica il premio per la miglior Bugia radiofonica. E’ veneto, ma vive a Berlino, lo scrittore meno sincero. Su di lui il giudizio di SandroVeronesi.
LE PIASTRE (Pistoia) sabato 1 agosto 2020 – Vive a Fiesole e si chiama Emilio Guazzone, il disegnatore più bugiardo d’Italia. Il suo collega che ha primeggiato sul resto del mondo è il rumeno Liviu Stanila. Lo scrittore meno sincero è il veneto (di S. Giovanni di Piave) trapiantato a Berlino, Giuseppe Paro, mentre il più efficace raccontatore radiofonico è il profeta in patria, il pistoiese Massimo Caviglia.
Sono questi i verdetti della prima giornata del Campionato italiano della Bugia, in attesa della sfida tra i migliori raccontatori dal palco, in programma a partire dalle 16.30 di domenica 2 agosto a Le Piastre, sulla montagna pistoiese.
Il tema con il quale si sono confrontati era bugie e favole, a cento anni dalla nascita di Gianni Rodari.
Così l’italiano Guazzone si è guadagnato il bugiardino d’oro disegnando Pollicino che ritrova la strada di casa seguendo non i sassolini ma i segnaposizione di Google. Il suo collega rumeno ha primeggiato disegnando una particolare versione della famosa foto dei Beatles sulle strisce pedonali con gli animali musicanti di Brema, un asinello un cane, un gatto e un gallo ad attraversare la strada.
Si è guadagnato i complimenti del neo premio Strega, Sandro Veronesi, che lo ha proclamato miglior scrittore bugiardo d’Italia, Giuseppe Paro, grazie alla sua rivisitazione della favola della cicala e della formica avara, in cui stavolta e la cicala a prendersi la rivincita.
Bugiardini d’argento e di bronzo gli italiani Luca Garonzi di Verona e Emanuele Ricciardi di Firenze mentre il premio popolare Pitillo va a Fabio Magnasciutti di Roma.
Nel mondo, secondo podio per il polacco Zbigniew Kolaczek e al terzo posto l’iraniano Salar Eshratkhah.
Il secondo e il terzo migliori scrittori bugiardi italiani sono Carlo Banchieri di Livorno e Guido Carretta di Treviso.
E queste sono le motivazioni che hanno portato il presidente della giuria, lo scrittore Sandro Veronesi, a scegliere il mini racconto di Giuseppe Paro come vincitore della sezione letteraria. “La cicala siamo noi italiani. La formica avara è Rutte, l’insetto laborioso, triste e frugale. Ci apre a malapena la porta di casa, per richiudercela in faccia e gozzovigliare della propria dispensa. S’ingozza a tal punto che non respira più. E non riesce neppure a fare un Ruttino, per salvarsi. La cicala italiana passa l’inverno a ingrassare con il cibo della formica ingorda e avara. Finirà anche lei in ospedale. Con un recovery d’urgenza”.
A BREVE TUTTI I RACCONTI E I DISEGNI PREMIATI