Il segretario di SEL tenta di virare sulla chiarezza comunicativa, ma è costretto a compiere un passo indietro. Il primo tentativo non è andato a buon fine.
Bari- Nichi Vendola sembra aver cambiato strategia in vista delle imminenti elezioni europee. Il segretario di SEL ha provato ad abbandonare il suo classico modo di esprimersi, fatto di lunghi sermoni pieni di filosofia ma difficilmente comprensibili, perchè spesso privi di immediatezza. A Bari, capoluogo della sua Puglia, durante un’assemblea del suo partito, si è visto il nuovo Vendola e, con un discorso chiaro e conciso, ha elaborato un concetto comprensibile e, per certi versi, subito apparso giusto. «Tante cose in Italia non vanno – ha esordito Vendola- e la nostra crisi non è solo economica: bisogna attivare piani di formazione professionale, istruzione, produzione ed energia, ma bisogna farlo immediatamente. Basta lamentele: iniziamo a proporre alcune soluzioni».
Un incipit chiaro che poi è proseguito con numeri precisi e altrettanto palesi. Roba da non credere alle proprie orecchie. I circa 400 uditori (200 per la questura, 600 per gli organizzatori) non hanno, però, gradito il suo intervento. Troppo abituati al classico leader, piuttosto fumoso e poco pratico. Vendola, dopo i fischi, è stato costretto a riprendersi concludendo con un must: « La sinistra deve fondere il sussulto della democrazia con la carne della testimonianza, contrastando in utroque iure non solo i sintagmi unanimitari, ma anche l’angheria contro i corpi condivisi. Il berlusconismo ci ha travolti: è una valanga cinematica del limite del revisionismo». Solo allora sono scattati i meritati applausi, anche se nessuno aveva capito niente.