Nella disciplina olimpica brilla il lucchese Bargigli, impiegato alle poste di Marlia. Con la sua Renault 4 ha sbaragliato la concorrenza
Tanto tuonò che nevicò. L’agognata medaglia del metallo più pregiato, finalmente è arrivata per la spedizione del bel paese alle olimpiadi di Sochi. Un oro quasi inaspettato e passato nel silenzio mediatico. A metterla al collo è stato un outsider con ben 57 primavere alle spalle: si chiama Remo Bargigli e nella vita di tutti i giorni fa l’impiegato alle poste di Marlia. Il successo è nato giù per i tornanti della Garfagnana, dove a bordo della fida Renault 4, quella con cui ha dominato la prova olimpica, il Bargigli, da dieci anni, corre a prendere la sua dolce metà, al secolo Oriana Filotti, nota ai più come la maga della frittura alla nota “Sagra della pupporina”. Mai avrebbe immaginato che le pazze discese d’amore lo avrebbero fatto andare sul tetto del mondo a cinque cerchi.
Emozioni in curva. Stiamo parlando della neo specialità “Freni a mano sullo shuss finale”, dove l’esperienza del Bargigli ha prevalso sui ben più quotati finlandesi Yukko Tiraaleva e Marrku Traversonen. «Mai avrei pensato di raggiungere questo traguardo- afferma il garfagnino- ma adesso fatemi andare a casa perché il meteo ha messo acqua e ho le persiane aperte». E su per la Garfagnana se ne è tornato, affrontando le curve di freno a mano, ma con una medaglia d’oro al collo e un ufficio da aprire alle 8 in punto, in silenzio e al riparo delle luci della ribalta, ma tremendamente vicino a quelle del ribaltamento in curva.
dal nostro inviato nella lucchesia, Matteo Begliomini