Torneranno a riacutizzarsi le polemiche sulla nuova legge elettorale. Se aveva fatto scalpore la profonda sintonia tra Renzi e Berlusconi dopo il loro primo incontro, questa notizia potrebbe destabilizzare molto di più il flebile equilibrio politico attuale. La scorsa notte, Matteo e Silvio si sono incontrati di nuovo, stavolta a villa Certosa, sobria residenza del Cavaliere in Sardegna. Il centro del dialogo, nemmeno a dirlo, un nuovo accordo sull’Italicum. Il sindaco di Firenze ha ancora gettato una sua proposta sul tavolo, clamorosamente accettata dal Caimano: la sintesi dell’accordo potrebbe fare clamore. In parlamento, probabilmente già in settimana, sarà votato un emendamento con il quale inserire un’importante modifica alla legge elettorale in discussione. Per fare il presidente del consiglio, infatti, bisognerà essere nati nella provincia di Firenze non prima del 1970 e aver ricoperto, almeno una volta, l’incarico di Presidente della Provincia e quello di Sindaco. Altri punti sono stati, invece, rigettati da Berlusconi perchè avrebbero ristretto troppo il campo dei possibili candidati: il possedere un giubbotto alla Fonzie, l’esser capaci di correre una mezza maratona e l’aver un doppia consonante nel proprio nome. Grande soddisfazione è stata espressa dall’entourage renziano: «In questo modo – fa sapere una nota degli ex rottamatori- si garantisce la territorialità: dopo un pisano, ci pare giusto che sia un fiorentino a salire a palazzo Chigi. Non ci può andare chiunque, serve esperienza e forza; per questo è essenziale che il prossimo presidente del consiglio abbia alle spalle almeno due incarichi istituzionali e sia giovane. Noi del PD ci metteremo subito alla ricerca di un candidato che risponda a tutti i requisiti necessari. Non sarà facile, ma ce la faremo». Anche il Berlusca ha benedetto l’accordo. Prima di tornare a letto, si è lasciato scappare un complimento per il rivale: «A così tanto e in così pochi giorni non sarei arrivato nemmeno io».