Accordo clamoroso tra i due toscani che guideranno i paesi alternandosi come le targhe.
Le problematiche intestine del PD sono state risolte con un clamoroso e sudato accordo tra i due attori principali. L’attuale premier, Enrico Letta, e il segretario del partito, Matteo Renzi, sono scesi a patti dopo lunghe ore di trattative. Per la prima volta nella storia, in Italia ci sarà un doppio premierato: entrambi i litiganti, infatti, saranno presidenti del consiglio ma non contemporaneamente. Una mossa studiata dai molti costituzionalisti del Partito Democratico che hanno trovato la scappatoia in un cavillo inserito nella costituzione dai tempi del dualismo Fanfani-Andreotti, ma mai applicato. In pratica, funzionerà così: Enrico Letta guiderà il paese nei giorni pari, Matteo Renzi in quelli dispari. La difficoltà nell’accordo c’è stata su un particolare più di altri. L’attuale premier, che come tutti sanno è pisano, ha acconsentito, non senza storcere la bocca, che il sindaco di Firenze non rappresentasse l’Italia quando la Fiorentina giocherà in casa, anche negli appuntamenti infrasettimanali. Renzi si è impegnato a recuperare eventuali giorni di ferie nei periodi estivi. Resta da definire il suo impegno nella città gigliata; sarebbe senz’altro sindaco almeno tre giorni a settimana, ma dovrà trovare qualcuno che lo sostituisca quando sarà a Roma (voci fidate parlano di un altolocato rappresentante dell’Accademia della Bugia, associazione a cui è affiliato da qualche tempo).
Gli altri partiti. Non si sono fatte tardare le prime reazioni dei principali attori politici. Grande soddisfazione per Napolitano. Il Presidente non ha nascosto di gradire l’idea: in questo modo, in caso di necessità, potrebbe sostituire ben due primi ministri, dimezzando, in un colpo solo, le pesanti consultazioni. Sconvolta la Lega che, tramite il suo segretario, Matteo Salvini, fa sapere di sostenere il governo solamente quando sarà guidato da Renzi. Pure molti deputati hanno dichiarato di appoggiare il governo in base a quali saranno i sostenitori di turno, mentre i pentasellati non hanno dubbi: entrambi devono andare a tifare la Fiorentina tutti i giorni, anche durante l’allenamento. Preoccupato Berlusconi che comunque si schiererà contro, anche se ha lasciata aperta la porta nel caso l’accordo fosse esteso a tre persone, inserendo un suo fidato come capo del Governo ad interim, almeno un giorno alla settimana. Non si sa ancora se la rappresentanza alternata sarà applicata a tutti i ministri o, come pare, solo a quelli più importanti. Un caos, insomma, che potrebbe semplificare i processi parlamentari. Senatori e deputati dovranno velocizzare le discussioni in aula: allo scoccare della mezzanotte, in base a quello che sarà il primo ministro di turno, potrebbero essere costretti a rimangiarsi quanto detto il giorno prima. Ma su questo non dovrebbero esserci problemi di adattamento.